MA DAVVERO IL FUMO ROVINA IL NOSTRO SORRISO?

Davvero!! Uno studio recente apparso sul Journal of Pariodontology (una delle principali fonti scientifiche in ambito odontoiatrico) ha rivelato le molteplici modalità con cui il fumo determina inesorabilmente il deterioramento del sorriso agendo a più livelli nella bocca e nel viso del fumatore. Gli autori dell’articolo, americani , hanno voluto concludere il loro lavoro con una frase provocatoria ma non troppo:

“I forti fumatori devono rassegnarsi con il tempo ad avere un sorriso…senza denti!”!
La bocca è la porta d’ingresso del fumo nel nostro organismo. E’ inevitabile che proprio lì il fumo sia causa di numerosi danni spesso sottovalutati o addirittura sconosciuti, senza risparmiarne nessuna parte: dallo smalto dei denti ai materiali di restauro, dalle gengive agli impianti dentari, dall’alito alla pelle del viso.
Cerchiamo, allora, di approfondirli singolarmente:

FUMO e SMALTO dei denti:
– formazione di macchie e colorazioni, dal colore giallo verso il marrone, sui denti naturali e sui denti protesizzati o restaurati, in particolare sui restauri estetici.
– aumento della formazione e del deposito di tartaro (placca batterica calcificata) sui denti. Le superfici dentarie, rese così più ruvide, richiamano a loro volta altra placca, favorendo la formazione di carie e di infiammazioni gengivali.
– aumenta il digrignamento notturno dei denti, favorendo l’usura delle superfici dentali. Questo fenomeno, oltre ad essere antiestetico (i denti appaiono via via più piccoli e scuri), toglie protezione al nervo aumentando la sensibilità dentale.
– anche fumare la pipa causa l’usura dei bordi dei denti frontali per via del ripetuto traumatismo sui bordi degli incisivi.

FUMO e GENGIVE
– il fumo di sigaretta diminuisce l’ossigeno presente nelle gengive. In un ambiente con poco ossigeno sopravvivono solo i batteri più aggressivi presenti nella placca, quelli responsabili delle forme più gravi di malattia parodontale, ancora definita impropriamente “piorrea”. Ne derivano aumento della mobilità dentaria, ritiro delle gengive e precoce perdita dei denti, che nei forti fumatori è ben 3 volte più probabile che nei non-fumatori.
– il fumo favorisce la progressione della malattia parodontale e soprattutto limita gli effetti delle terapie, anche chirurgiche, rispetto a quanto avviene nel non fumatore.
– sempre più ricercatori descrivono una forte correlazione tra malattie cardio-vascolari e parodontali. I batteri gengivali “selezionati” dal fumo di sigaretta producono molecole infiammatorie che contribuiscono alla formazione di placche aterosclerotiche, a loro volta causa di ictus e infarti.

FUMO e IMPIANTI DENTARI

– il fumo di tabacco rallenta e modifica i meccanismi di guarigione ossea in seguito a interventi di implantologia. In particolare l’abitudine al fumo aumenta fino a 5 volte il rischio di un insuccesso implantare precoce e fino a 4 volte il rischio di ammalarsi di perimplantite rispetto ai non fumatori.

FUMO e GUARIGIONE DELLE FERITE CHIRURGICHE
– il fumo di tabacco rallenta la guarigione delle ferite in seguito a interventi di chirurgia orale, riducendone i benefici terapeutici.
– da un lato influenza negativamente la difese immunitarie, dall’altro riduce la percentuale di ossigeno nel sangue e quindi la ridotta ossigenazione dei tessuti orali alterandone la normale risposta al danno chirurgico.
– le alveoliti post-estrattive (infezioni dell’osso dopo un estrazione dentaria), ad esempio, sono quattro volte più frequenti nei fumatori rispetto ai non fumatori.
FUMO e ALITO
– il tabacco provoca una forte e sgradevole alitosi deteminata dai cataboliti della nicotina che tappezzano lingua, tonsille e mucose in genere.
– la costante preoccupazione dell’alito cattivo induce il fumatore ad eccedere nel consumo di mentine e chewing-gum, che aggravano le erosioni dello smalto a
causa del loro contenuto in zucchero e acido citrico.

FUMO e BAMBINI
– è ormai consolidata l’associazione tra fumo e parti prematuri.
– i bambini con gravi difetti congeniti a livello periorale, come la labio-palatoschisi e le sindromi con agenesie dentali multiple, hanno madri che hanno fumato in gravidanza.
– i figli dei fumatori hanno una maggiore probabilità di sviluppare carie in età precoce, di digrignare i denti di notte, di sviluppare la malattia parodontale.

FUMO e MALATTIE DELLE MUCOSE
– leucoplachia: è una lesione caratterizzata da macchie bianche situate su guance e lingua, a volte accompagnata da zone rosse. E’ una lesione potenzialmente maligna e quindi va fatta assolutamente controllare dal proprio dentista.
– candidosi: è un’infezione fungina solitamente caratteristica di chi ha un sistema immunitario poco efficiente (bambini, anziani, diabetici, immunodepressi).
Si presenta con macchie bianche che, se spatolate, solitamente sono asportabili. Il fumo abbassando le difese immunitarie rende il fumatore un soggetto esposto.

FUMO e TUMORE al Cavo Orale
– è’ ormai noto che il tabacco in tutte le sue forme causa cancro orale.
– oltre l’80 % circa di tutti i carcinomi orali è attribuibile all’uso di tabacco. Il cancro orale include quello del labbro, della lingua, della gengiva, delle mucose della bocca, dell’oro-faringe (parte iniziale della gola). L’associazione con il consumo di alcol aumenta considerevolmente il rischio.
– il tumore del cavo orale è l’ottava forma di tumore più diffusa al mondo.

FUMO e PELLE
– il fumo toglie ossigeno ed elasticità alla pelle, rendendola spenta e opaca; facilita la formazione di macchie della pelle e di rughe soprattutto nella regione intorno alle labbra, a causa della caratteristica e ripetuta “smorfia” che viene fatta quando si inspira dalla sigaretta.
– l’insieme delle alterazioni di pelle e viso sono talmente chiare e ripetitive che la comunità scientifica ha già da anni coniato il termine di “faccia da fumatore”.

FUMO e GUSTO/OLFATTO
– l’utilizzo di tabacco in tutte le sue forme comporta una riduzione/alterazione graduale del senso del gusto e dell’olfatto, con le ovvie conseguenze negative nella degustazione di cibi e bevande.
E’ superfluo sottolineare come la gravità degli effetti descritti sia strettamente correlata ad alcuni fattori chiave:
a che età si è cominciato a fumare;
da quanti anni si sta fumando;
quante sigarette al giorno si fumano.
In riferimento all’ultimo punto, i rischi principali si riferiscono ai forti fumatori, ovvero a chi fuma più di 20 sigaretta al giorno mentre sembrano avere un’incidenza relativa in chi fuma meno di 10 sigarette al giorno.
Se può essere comprensibilmente difficile smettere di fumare, allora un primo obiettivo potrebbe e dovrebbe essere quello limitare ad un massimo di 10 le sigarette fumate in un giorno.
Consapevole di non poter essere stato esaustivo ma con la speranza di avere almeno acceso qualche motivo di riflessione vi rimando al prossimo approfondimento.

Nicola Centra – settembre 2016