La pedodonzia

(…OVVERO COME CURARE I PAZIENTI IN ETA’ PEDIATRICA…)
E IL CONCETTO DI PREVENZIONE

DEFINIZIONE

L’odontoiatria pediatrica o Pedodonzia si occupa della prevenzione e del trattamento delle patologie odontoiatriche nei giovani pazienti: preservazione dei denti decidui, sigillatura di molari e premolari permanenti, estrazioni precoci di elementi irrimediabilmente compromessi, sedute di igiene con ionoforesi ed eventuale somministrazione di fluoro, ecc….
La principale (e più difficile!) mansione della pedodonzia è quello di ottenere la collaborazione e la fiducia del piccolo paziente attraverso l’ascolto, la comunicazione e l’accoglienza. La finalità è quella di aiutare il bambino a superare le proprie naturali titubanze e accompagnarlo nel lungo percorso di crescita odontoiatrica avendo come obiettivi principali:
   prevenzione/diagnosi precoce della carie della prima infanzia;
 –   prevenzione/intercettazione tempestiva delle malocclusioni.
Proprio a questo scopo è necessario assicurarsi la cooperazione del piccolo paziente, indispensabile per affrontare le sedute terapeutiche e, maggiormente, per ottenere quella partecipazione domiciliare fondamentale per il mantenimento della salute orale.
In sintesi, i principali trattamenti in età pediatrica sono:

 

  1. prevenzione e motivazione all’igiene domiciliare;
  2. sedute di igiene professionale e fluoro profilassi;prevenzione e motivazione all’igiene domiciliare; 
  3. terapia conservativa ed endodontica sui denti decidui;
  4. estrazioni  di elementi particolarmente compromessi;
  5. piccola chirurgia dei tessuti molli (frenulotomie/frenulectomie)
  6. sigillatura dei molari e premolari permanenti;
  7. intercettazione e trattamento delle malocclusioni (Ortodonzia);
  8. trattamento delle lesioni di natura traumatica. 

 

 

 

 

DENTATURA DECIDUA

20 dentini da latte:

4 incisivi superiori + 4 incisivi inferiori

 2 canini superiori + 2 canini inferiori

 4 molaretti superiori + 4 molaretti inferiori

 
GRAVIDANZA

Il primo periodo di prevenzione odontoiatrica nel bambino comincia già durante la gravidanza. Lo stato di salute orale della futura mamma nel corso della gestazione ha infatti significative ripercussioni sulla salute orale del nascituro attraverso meccanismi di trasmissione diretta: la presenza di batteri parodontali e/o cariogeni può provocare batteriemie ricorrenti che, attivando una cascata di processi infiammatori a livello della placenta e del feto, possono influenzare la flora patogena orale anche del nascituro. E’ pertanto molto importante che la mamma in stato di attesa sappia che uno stato di salute oro-dentale sano non potrà che aiutare il suo bambino non solo durante la gravidanza ma anche nei primi mesi di vita quando è più frequente la possibilità di trasmissione attraverso la saliva.

Per questo motivo, allora, la prevenzione odontoiatrica in gravidanza quale primo e riconosciuto momento di protezione della salute oro-dentale del bambino deve essere in grado di conseguire questi obiettivi:

1) diminuire la carica batterica salivare della mamma, intervenendo per tempo nell’eliminare tutte le patologie odontoiatriche presenti e mantenendo una corretta igiene orale quotidiana; può essere anche utile, sotto indicazione e stretta osservazione dell’Odontoiatra, l’uso di collutori a base di clorexidina, di chewing-gum allo xilitolo ed eventualmente una seduta di igiene orale professionale durante gli ultimi mesi di gestazione.

2) evitare la ricolonizzazione batterica del cavo orale da parte di batteri cariogeni agendo anche su una alimentazione sana e a basso contenuto glicemico.

3) molto controversa, invece, l’assunzione da parte della futura mamma di una dose integrativa di Fluoro per via sistemica. Il consiglio è di valutare con attenzione la cosa rivolgendosi al ginecologo o all’odontoiatra che potranno decidere in base ad una serie di considerazioni anamnestiche.
IGIENE ORALE

La prevenzione primaria si basa su quattro pilastri fondamentali: Igiene Orale, Alimentazione, Fluoroprofilassi e Controlli Periodici.

Il nemico da combattere è la placca batterica: un agglomerato di detriti alimentari che si forma in breve tempo e che costituisce un substrato ideale per la colonizzazione da parte di germi; è evidente che una corretta abitudine all’igiene orale impedisce o limita la formazione della placca.

Il suggerimento è di cominciare a pulire i dentini da latte non appena cominciano a spuntare, verso i 6-8 mesi, magari aiutandosi con una garzina. Dopo i 12 mesi può entrare in scena lo spazzolino dedicato ai bambini da 1 a 3 anni da utilizzare possibilmente già due volte al giorno ma senza dentifricio. Il dentifricio specifico per bambini si può introdurre a partire dai due anni di età.

Almeno fino ai sei anni è molto utile che il bambino cerchi di lavarsi i denti da solo per imparare i giusti automatismi e prendere consapevolezza del gesto ma, allo stesso tempo, è molto importante che venga anche controllato da un adulto per completare l’igiene nelle aree meno accessibili e più facilmente aggredibili dalla carie.
ALLATTAMENTO E ALIMENTAZIONE

Se la prevenzione inizia già in gravidanza, molto importanti sono anche i primi mesi di vita del bambino quando dobbiamo preferire, ogni qualvolta sia possibile, l’allattamento al seno in quanto educa il bambino ad una corretta postura della lingua abituandolo ad una deglutizione normale ed ad una respirazione nasale entrambi responsabili del fisiologico sviluppo del palato e dell’osso mascellare.

Nel latte, inoltre, sono presenti numerosi anticorpi che saranno determinanti nella battaglia contro molte malattie orali.

Quando il bambino comincia a crescere,  la presenza di placca contaminata è una condizione necessaria ma da sola non sufficiente per la formazione della carie; è necessario anche che i germi patogeni possano alimentarsi per riprodursi.  Il metabolismo di questi batteri dipende dalla presenza di zuccheri: va da sé che una dieta ad elevato indice glicemico (dolci, bevande zuccherate, caramelle, merendine, ecc…) costituisce inevitabilmente un fattore favorevole alla formazione di carie rispetto ad una dieta a basso tenore calorico (cereali, frutta, verdura, etc…).

In realtà non si tratta di eliminare tutto ciò che è pericoloso ma di razionalizzarne il consumo: una buona educazione alimentare potrebbe prevedere di riservare il dolcetto o la caramella al termine dei pasti principali in modo da abituare il bambino a lavarsi i denti dopo averlo consumato e sostituire invece gli “spuntini spezza fame” con alimenti a maggior valore nutrizionale come la frutta. L’abitudine, infine, ci consumare frequentemente bevande zuccherate è da evitare.

FLUOROPROFILASSI

Il Fluoro di per sé è un elemento fondamentale in quanto capace di alterare fino ad inibire i meccanismi di adesione della placca al dente. Semplificando, durante la formazione dei denti il fluoro si lega allo smalto formando un minerale (fluoro apatite) maggiormente resistente agli attacchi batterici; il fluoro potrebbe avere anche una azione batteriostatica diretta. Si stima che la quantità di fluoro che il nostro organismo acquisisce attraverso gli alimenti non superi il 40% del fabbisogno: in questo senso può essere indispensabile, durante la crescita, l’assunzione di piccole quantità di fluoro per lunghi periodi (0.25 mg al giorno da 0 a 2 anni, 0.5 mg da 2 a 4 anni, poi 1 mg al giorno). Raccontata così sembrerebbe facile ma naturalmente non è tutto qui: la somministrazione di fluoro va decisa in accordo con pediatra e odontoiatra tenendo conto dei dati anamnestici raccolti, del tipo di dieta e dal contenuto di fluoro dell’acqua potabile nella zona dove si risiede. La fluorosi, ovvero il sovradosaggio di fluoro, può infatti determinare importanti alterazioni dello smalto dei denti generando discromie o anomalie di superficie.
LA PRIMA VISITA E CONTROLLI PERIODICI

In genere si consiglia di effettuare una prima visita attorno ai 3-4 anni di età. L’obiettivo è duplice:

1- visitare il bambino prima che si instaurino problematiche o patologie nella sua bocca. Solo in questo modo avrà modo di conoscere una realtà nuova come quella di uno studio dentistico senza ansie o paure derivanti dall’avere male o dal sapere di dover subire un qualsivoglia trattamento. Deve avere il tempo di prendere conoscenza e consapevolezza nei confronti del dentista e di tutto il team della struttura: tutto ciò aiuterà moltissimo il bambino, noi e soprattutto voi genitori quando dovremo affrontare delle cure;

2- intercettare cattive abitudini alimentari e/o abitudini viziate come succhiamento, deglutizione atipica e respirazione nasale ed eliminarle prima possibile;

3- diagnosticare il più precocemente possibile qualsiasi lesione cariosa (anche i denti da latte si ammalano!), motivare e istruire il giovane paziente, fare le sigillature dei molari nei tempi giusti e soprattutto riscontrare l’eventuale necessità di una correzione ortodontica-ortopedica: già verso i 4 anni è infatti possibile intercettare un’anomalia di crescita delle basi ossee e impostare un opportuno trattamento ortopedico funzionale finalizzato ad uno sviluppo facciale più armonico.

Se è importante la prima visita attorno ai 4 anni di vita, fondamentali sono i successivi controlli che devono susseguirsi con scadenza regolare ogni 4-6 mesi. Questo ci permette di individuare piccoli problemi alla volta facili da risolvere e di rinnovare continuamente il rapporto di fiducia che tanto faticosamente avremo instaurato con il vostro bambino.

Presso il nostro studio la visita e tutti i successivi richiami al controllo son completamente gratuiti.
TRAUMI DENTALI

La traumatologia è un settore specifico dell’odontoiatria che si occupa della gestione dei danni ai denti ed ai tessuti orali e periorali conseguenti a traumi.  Gli episodi sono particolarmente frequenti nell’età dello sviluppo, con particolare diffusione fra 8 e 12 anni di età e generalmente associati ad incidenti,  attività sportiva  o gesti violenti.
La frattura della corona dentaria è in assoluto la tipologia di trauma a più alta incidenza, seguita dai vari gradi di lussazione fino all’avulsione completa. Nella maggior parte dei casi, un tempestivo e appropriato trattamento del trauma  può ridurne drasticamente gli effetti e facilitare il ripristino sia della funzionalità e dell’estetica dell’elemento danneggiato.
Ad esempio, il recupero e la corretta conservazione dei frammenti dentali espulsi per effetto del trauma sono da considerarsi operazioni di primaria importanza in grado di influenzare drasticamente e positivamente la prognosi del/dei dente/i interessati: i frammenti raccolti vanno tenuti immersi nella saliva o nel latte o eventualmente in acqua, senza pulirli e strofinarli, e consegnati ad uno specialista nel più breve tempo possibile (entro le due ore). Una “semplice” tecnica di incollaggio a volte è sufficiente a ripristinare l’esatta funzione ed estetica precedenti al trauma.

Nel caso di perdita del dente valgono le stesse regole: un dente opportunamente conservato può essere reimpiantato a poche ore dal trauma con buone probabilità di essere recuperato.
qualunque sia il trauma, l’obiettivo è la conservazione della vitalità degli elementi coinvolti, vitalità che dovrà essere monitorata e verificata nel corso degli anni attraverso controlli clinici e radiografici periodici.
E’ altresì importante, da parte dell’odontoiatra, la raccolta dei dati anamnestici del paziente coinvolto, della dinamica che ha portato al trauma e della relativa documentazione fotografica e radiografica che, unitamente  alla stesura di una relazione medico-legale consentiranno di esercitare un’eventuale azione di risarcimento/tutela assicurativa.

 

 

L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE
Uno sguardo al di là dei denti” sottende un messaggio fondamentale nella nostra pratica professionale, ovvero l’importanza di visitare il paziente nella sua globalità, avvalendoci della collaborazione di altre figure professionali. E’ ormai ampiamente documentata nella letteratura scientifica la correlazione esistente tra occlusione e postura ovvero tra la funzione masticatoria e l’equilibrio complessivo del corpo. In questo senso diventa determinante un corretto sviluppo dell’apparato dento-maxillo-facciale e delle strutture muscolari ad esso legate. Non solo i denti, dunque, ma basi scheletriche correttamente sviluppate e armonizzate nel cavo orale e strutture muscolari come la lingua, adeguate per posizione e dimensioni, giocano un ruolo che diventa fondamentale nella crescita del bambino.

E’ essenziale, allora, una stretta collaborazione tra figure terapeutiche diverse dove, assieme all’Odontoiatra che funge da trade-union, si inseriscono L’Ortodonzista, la Logopedista, l’Osteopata e l’Optometrista.

La figura dell’Ortodontista è ormai piuttosto nota e diffusa: l’Ortodonzia comprende, infatti, tutti i procedimenti preventivi, intercettivi e correttivi delle anomalie dentali e scheletriche utilizzando dispositivi meccanici o funzionali, fissi o mobili, al fine di stabilire normali relazioni masticatorie; ciò che più è cambiato in ambito ortodontico negli ultimi anni è il timing del trattamento ovvero la possibilità di intervenire già a 4 anni di età.

La figura emergente, invece, e sempre più indispensabile è quella del Logopedista che si occupa anche della rieducazione nell’uso della lingua: un organo muscolare potentissimo capace di produrre una spinta tale da alterare il corretto sviluppo del palato e il corretto allineamento delle arcate dentali. Ogni qualvolta siamo di fronte ad un disturbo del lavoro della lingua  (postura bassa, deglutizione atipica, succhiamento di ciuccio o dita, uso prolungato del biberon, respirazione orale, rosicchiamento unghie e/o mordicchia mento penne e matite) solo la sua rieducazione può permettere all’Ortodonzista e all’Odontoiatra di portare a termine il piano di trattamento previsto senza temere recidive.

Le altre figure presenti nel nostro team sono quelle dell’Optometrista e dell’Osteopata:

semplificando al massimo il concetto, si tratta di andare ad interrogare gli occhi e lo scheletro per identificare eventuali squilibri e/o scompensi che possono contribuire all’instaurarsi o al perpetuarsi di una malocclusione e/o di un atteggiamento posturale scorretto. Faccio un esempio: ogni difetto visivo può indurre fenomeni adattivi del capo finalizzati al compenso funzionale della patologia e questo può obbligare la mandibola, che si comporta come un bilancere, ad adattarsi a sua volta alla nuova postura craniale. Per stabilizzarsi in questa posizione innaturale ricorre al serramento dentale, determinando un potenziale digrignamento (bruxismo). Può accadere anche il contrario: se è un’ occlusione dentale scorretta a determinare una posizione patologica del capo, allora il sistema visivo deve adattarsi modificando l’asse; ciò determina un lavoro e di conseguenza un potenziamento asimmetrico dei muscoli oculari.

Analogamente un impedimento scheletrico, e qui interviene l’Osteopata, come la riduzione o scomparsa della fisiologica mobilità delle ossa craniali di natura patologica o in seguito a trauma, può ridurre l’efficacia del trattamento ortodontico/ortopedico funzionale e rendere molto elevato il rischio di recidiva.

Il giovane paziente che viene visitato nel nostro studio, viene valutato sotto tutti gli aspetti sopra descritti in stretta collaborazione con il nostro Ortodonzista di fiducia che visita e opera direttamente nel nostro studio. All’Occorrenza, sapremo indicarvi i nominativi di Logopedisti, Optometristi e Osteopati con cui negli anni abbiamo avuto modo di interagire con soddisfazione nostra e dei pazienti trattati

Nella speranza di non essermi dilungato troppo e di non avervi annoiato, vi ringrazio come sempre per l’attenzione e vi rimando al prossimo appuntamento con gli approfondimenti.

 

Nicola Centra